sabato 22 agosto 2020

La montagna della Svizzera


E dopo alcune prove ci siamo misurati con le montagne.
Siamo agli inizi e con la bibici non so fino a che salite potremo affrontare (il motorino fa quello che può con il nostro peso e quello della bici) ma intanto noi ci proviamo.
Nella sezione Riflessioni Tecniche alcune note sul percorso e su come si è comportato il mezzo. 
Ora la parola a Cà con il suo racconto di questo giretto tra i monti svizzeri.


Dalvazza - Kloster: pezzo finale (o iniziale) della ciclabile 21
                            andata 12 km con dislivello di circa 500 m
                            ritorno   8 km di discesa e ... 
                                         4 a piedi (e vi spiegheremo perchè)

Io e Papà Luca abbiamo iniziato la nostra pedalata allo chalet di Beat, a Dalvazza in Svizzera, dove abita la sorella Elisa e Luca. 
Siamo partiti dalla casa e abbiamo attraversato il paesino.


Abbiamo pedalato vicino alle case di montagna ma in salita è fatica.


La strada ha incontrato tante cascate e il fiume.
Io e papà Luca abbiamo pedalato in mezzo al fiume e alle cascate.
Mi piace molto l'acqua, il fiume che corre e va veloce al mare.
Mi sono molto emozionata.
 


Abbiamo fatto anche molta e moltissima fatica nelle salite faticose e siamo dovuti un po' salire le salite faticosissime a piedi.




Abbiamo pedalato e abbiamo visto gli alpaca e lì io ho un po' risposato e poi siamo
ripartiti. 
Assieme abbiamo pedalato sotto il ponte altissimo e siamo arrivati a Kloster a fare la merenda.
                                               

Io e Papà luca abbiamo dopo aver pedalato abbiamo riposato facendo merenda alla pasticceria di Kloster. Io ho mangiato un cornetto e ho bevuto un ACE. 
Poi siamo ripartiti.
Quando siamo ripartiti al ritorno era la discesa e siamo andati veloci.



Abbiamo pedalato tra le case e giù, giù fino al fiume.
Ma un buco nella strada ha fatto un buco alla ruota.
Papà Luca ha cambiato la gomma ma la gomma era sbagliata.
Papà Luca si è un po' arrabiatissimo ma poi abbiamo preso in mano la gomma e abbiamo finito la strada a piedi, come altre volte ancora questa volta.
Arrabbiati abbiamo riso e abbiamo visto nello specchio che camminiamo.


Adesso il meccanico pensa alla bibici perchè ha troppi buchi e noi pensiamo ad andare a un altro giro con la mia bibici.

Alla prossima con la bicicletta ok ok ok 🚴‍♂️😁

Riflessioni tecniche

Le salite

La struttura della bibici con una persona seduta sulla ruota posteriore crea un assetto non adeguato alle salite. Maggiore è la salita maggiore è lo sbilaciamento posteriore, per cui bisogna fare attenzione che, con salite anche attorno al 12-14% fanno sentire una minore aderenza anteriore che diminuisce in modo importante il controllo del mezzo. 

Le forature

Prima di parlare di questo bisogna ricordare che la bibici è pensata come city-bike e per cui per fondi asfaltati o in terra ben battuta. Tutte le nostre forature sono state posteriori e la maggior parte per shiacciamento. Molto probabilmente il peso sulla ruota posteriore è determinante. 
Per il momento abbiamo scartato la ruota piena per la paura che le sollecitazioni per Chiara siano eccessive. Pare infatti che la gomma piena sia piuttosto rigida non riusciendo ad ammortizzare le già alte vibrazioni sul posto posteriore.

Primo accorgimento - Avevamo già un ottimo copertone "Schwalbe Maraton Plus" ma non è bastato in caso di schiacciamento. Ora, assieme a TRservice 

proviamo a lavorare su camera d'aria, coprinipples, riequilibratura dei raggi.

Secondo accorgimento - Controllare prima di ogni partenza la pressione della gomma in modo da essere sicuri che sia al massimo. 

Terzo accorgimento - attenzione ai percorsi, anche se non è facile prevedere l'imprevedibile. Per cui sempre dietro camera d'aria di scorta e pezze per riparare.

Altrimenti la soluzione sarebbe un tandem elettrificato ma con offi problemi di movimentazione. Per cui per ora continuiamo a provare, sperimentare e ... pedalare